Come molte esperienze dell’arte contemporanea,
il viaggio nei meandri degli smalti sintetici comincia per caso,
con una commissione per alcuni pannelli decorativi.
Allora non immaginavo le potenzialita’ di un materiale sempre utilizzato come coprente,
ma che all’improvviso al mescolarsi dei colori, formava arabeschi dalla brillantezza marmorea,
gorghi variopinti e meravigliosamente casuali,
come le forme impreviste che apparivano sulla tavola.
… fu come scendere nei recessi microscopici della materia,
seguire il gioco delle molecole, nell’atmosfera intrisa dall’odore acre, soporifero, della vernice.
Le opere vengono eseguite in orizzontale, per evitare lo scivolamento della vernice sul supporto.
Colori sgargianti, dal rischioso accostamento, trovano un compromesso attraverso l’idea,
simulacro di abbozzo con cui parto, spatola alla mano;
L’idea dell’acqua si concreta attraverso il mescolarsi della vernice che conserva anche secca,le forme della sua liquidita’…
Il mare e i fiori sono stati quell’idea di partenza,
se vogliamo banale ma a mio avviso appropriata come primo terreno di confronto tra soggetti convenzionali e una tecnica mai utilizzata prima, difficile da controllare ma immediatamente affascinante per la sua “indipendenza”…